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Peschici luogo dellanima per due artisti deccezione
Alfredo Bortoluzzi e Romano Conversano
di Teresa M. Rauzino
Lispirazione materica � alla base della passione che alcuni pittori nutrono per Peschici e per i colori della sua tavolozza mediterranea, che costituiscono da sempre un polo di attrazione per molti artisti italiani e stranieri. Intorno agli anni 70 la Torre di Montepucci divenne per qualche anno la residenza di Manlio Guberti, che vi apr� un ospitale salotto ed il Club della Tavolozza.
Gerardo Gerardi nellestate 87 arricch� larredo delle strette stradine del centro storico con loriginale percorso artistico denominato Peschici, citt� delle sedici porte
Domenico Mazzone, allievo pre�diletto di Bortoluzzi, � il sensibile autore di un Notturno e di una C�lena di suggestivo cromatismo.
ALFREDO BORTOLUZZI
Alfredo Bortoluzzi, leggendario artista di origine italiana, si stabil� a Peschici nel 1957, in un bianco villino laboratorio antistante la spiaggia, in localit� Valle Clavia. Un fascio di luce mediterranea trasfiguratrice di ogni cosa, lo aveva ammaliato e ancorato ai piedi della rupe di Peschici
Nella Germania degli anni Trenta il pittore era stato allievo dei mitici maestri della Bauhaus: Klee, Kandisky, Albers, Schlemmer. Una loro mostra collettiva di dirompente speri�mentalismo fu sequestrata dal regime nazista nel 1933 a Dusseldorf. Bortoluzzi smise di dipingere e si dedic� al balletto classico, divent� quindi coreografo e sce�nografo di successo.
In un documento raro, una bellissima intervista di una deci�na di anni fa, lartista, visibilmente commosso dai ricordi, ci racconta il suo pri�mo rocambolesco ma affascinante viaggio-scoperta verso il favoloso Gargano:
Sono arrivato a Peschici nel 1953 per la prima volta, era in febbraio... Il mio cri�tico darte mi aveva raccontato del Gargano... molto bello, verde e selvaggio e cos� mi sono messo in viaggio fino a Roma.
A una agenzia di viaggi ho chiesto come si arriva nel Gargano. Mi hanno detto: Si pu� andare fino a San Severo e l� non c� pi� un mezzo per andare pi� avanti; prenditi una bicicletta. Ma abbiam tro�vato un trenino e un pullman che ci hanno portato fino a Peschici.
Siamo anda�ti subito alla spiaggia, era dopo una pioggia, avevano messo le barche ad asciugare e le vele erano tutte dipinte dagli stessi pescatori con colori molto vivaci, anche una Madonna. Era bellissimo, mi ha impressionato molto. La gente aveva una cultura rustica, erano molto gentili.
Quello che mi � piaciuto molto a Peschici erano le cupolette delle case, quasi orientali, mi sembrava che le onde e le cupole avevano lo stesso movimento. E mi sono innamorato di Peschici. E adesso sono diventato proprio meridionale e mi sento a casa, qui..
Secondo il critico Carlo Munari, il pittore aveva colto Peschici quale simbolo del suo stesso atteggiamento spirituale, protesa com�, simile ad uninvocazione, verso il mondo greco. I monti, e le valli, e il mare, le ore di Peschici diventano pretesti per evocare la Stimmung della solarit�. Molti pittori, avventuratisi a dipingere lag�gi� nella suggestione delle luci e dei colori garganici, si sono ritrovati, alla fine, prigionieri di quelle suggestioni. Solo lui, Bortoluzzi, ha saputo imprimere allim�magine la vitale energia di unintuizione poetica. E strutturarla, quellimmagine, in una durata, sottraendola alloccasionalit� effimera. Limmagine si decanta in visione, nella maniera impalpabile del sogno
Bortoluzzi � morto qualche anno fa, a novantanni, ma il suo ricordo � ancora vivo in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. La Chiesa Matrice di SantElia di Peschici ha il privilegio di essere ricca delle sue opere, tra cui uno stupendo polittico daltare e le stazioni di una Via Crucis dolorosamente costrut�tivista.
Quella luce, che aveva plasmato le sue figurazioni orfiche e i reticoli bidimensionali delle tipiche abitazioni del luogo con la volta a cielo di carrozza, laveva vissuta come animatrice del disegno e del colore, e ancor pi� come espres�sione di uno stato danimo vibrante e commosso... Nel tema di Euridice, avvita�ta allesistenza solo dal canto innamorato di Orfeo, Alfredo Bortoluzzi ha ripetu�to il suo ideale di pittura che dialoga perennemente con la vita[4] .
Bortoluzzi.Orfeo ed Euridice a Venezia
ROMANO CONVERSANO
Un altro grande pittore, innamorato della nostra Peschici, � Romano Conversano. Egli nasce il 30 settembre 1920 a Rovigno dIstria. Nel solaio della casa veneziana, con laltana, a picco sul mare, ancora ragazzo ritrova, per caso, i vecchi attrezzi per dipin�gere del nonno materno. Scopre cos� la propria vocazione artistica, distinguendo�si per labilit� del segno che contorna le figure senza soluzione di continuit�. A Parigi, oltre ai quadri degli impressionisti, scopre la poesia dei simbolisti; le bateau ivre, livresse di Rimbaud sono simili a quelli istriani, misti di bora, mare e cielo.
Pi� tardi in Spagna scopre i colori delle terre, le case contadine cubiche, scolpite nel tufo. Milano � il luogo di lavoro, ma la malinconia padana, le nebbie, le estati continentali non lo ispirano, se non nel ripensamento.
E lItalia del sud ad attrarlo come un ricordo atavico, una necessit� del sangue: vi scende di corsa, tormentato dallidea che limprovvisa illuminazione gli possa sfuggire come acqua tra le dita aperte[5].
Arroccata sul promontorio del Gargano, Peschici appare a Conversano, in un mattino destate, come una visione di fiaba: un bianco candeggiato, un lustro di rocce, un cielo satinato sul mare di smeraldo puro.
Quando rocce, mare e cielo appaiono agli occhi del pittore, non hanno bisogno di essere amati, poich� lo sono gi� da tempo immemorabile... E diventano un luogo della memoria, un luogo dellanima.
E il lontano 1957. I1 mare, gli scogli, la pineta, la vegetazione aggrovigliata e lucente gli appaiono il luogo congeniale dove fermarsi, dove poter costruire, un quadro dopo laltro, il proprio racconto pittorico... Cerca un luogo qualsiasi, un locale ampio, una stalla. Trova invece un castello medievale un tempo fortezza, torre davvistamento, a picco sul mare, ormai rudere, per il quale si trasforma in fabbro, falegname, restauratore...
Peschici. Il castello a picco sul mare, gi� propriet� dei principi Pinto, fu la residenza-studio di Romano Conversano
Diventer� il suo rifugio, a con�tatto con la natura, lontano dal caos metropolitano, dove � possibile addor�mentarsi col rombo del mare sotto le finestre, svegliarsi col suo respiro possente, avendo subito negli occhi colori incredibili[6]. Dipinge ammaliato da quelle luci, dallincantesimo di quel mare sempre azzurro, fra rocce, pini dAleppo e sabbie.
E il periodo dedicato alla Puglia antica, ma anche alle enigmatiche donne del mare, quelle donne che aveva ritrovato pro�prio qui, cariche del loro antico fascino slavo e mediterraneo.
E lo scrittore Dino Buzzati a descriverci magistralmente le sue marine, il chiaro�re accecante delle case mediterranee controra, i trabucchi, il mare di cobalto, le donne, facendoci immergere nella magia del Castello, studio artistico deccezio�ne, antico fortilizio sul ciglio della rupe precipitante a picco nel mare.
Lartista riesce a comunicargli, come nessun altro era riuscito, il senso del vuoto, della profondit� dellabisso: scaglie di colore, verdi e azzurri dominanti, fuse e sovrapposte a creare un tipico fermento, vibrazione, lievitazione. Ma � soltanto la luce a far questo? o � una irrequieta sensibilit� del pittore che trasmette alle cose il fremito che porta dentro? si domanda Buzzati.
E la sua stessa risposta ad evocare ulteriori suggestioni: Non si muovono solo le acque laggi�, ma si muo�vono anche le scogliere, tremolano le bianche case nel sole meridiano e non rie�scono allimmobilit� neppure gli alberi, i prati, la pelle delle giovani donne, non parliamo poi degli occhi![7] .
Anche il poeta Mario Luzi fu profondamente colpito dagli occhi delle donne doggi e di sempre di Romano Conversano, nereidi dotate di sguardo indagatore, franco, che rivelano a ciascuno di noi il suo cuore vero[8].
[1] Filippo Fiorentino, Il Gargano Nuovo
[2] Lintervista fu filmata dalla regista Maria Maggiano nel documentario: La montagna del sole. Visione: Colori di luce.
[3] C. Munari, Alfredo Bortoluzzi: lallievo prediletto di Klee, in Cahier dart N.7, prima�vera 1995 pp 127-129
[4] Filippo Fiorentino, Il Gargano Nuovo
[5] Cfr. Biasion in L. Serravalli, Romano Conversano, Silvia editrice, 1982, pp. 151-152
[6] Ivi [7] D. Buzzati, in Serravalli, cit. pp. 155-156
[8] M.Luzi, Impressioni di un poeta, in R. Conversano, Silvia editrice, Cologno Monzese, 1997, pag. 5
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